LIVE #1, SANDEEP DAS
Fremo dall’emozione. Questa non è solo una frase fatta, una di quelle che si usano nelle grandi occasioni. Fremere, etimologicamente, deriva dal verbo omonimo latino di origine onomatopeica, che stava ad indicare il frastuono del mare in burrasca o delle piante mosse dal vento, quell’agitar di animi e sentimenti e felicità che solo i grandi poeti hanno saputo descrivere rendendo loro giustizia. Ed io così mi sento, come una verde foglia impaziente, alla vigilia di un progetto che mi vede protagonista, insieme ad Irina e al luogo che mi ha visto nascere, quel Palazzo Marino che ha accolto i miei primi vagiti e mi ha tenuto per mano, ormai due anni fa.
Viviamo un momento storico unico e sconvolgente, un cosa a cui non eravamo assolutamente preparati, un quando che difficilmente dimenticheremo. Il mondo, così come lo abbiamo amato e conosciuto fino alla fine di un singolare mese di febbraio 2020, si è improvvisamente fermato, piegato da una pandemia che ci ha costretti nelle nostre case, che ha sospeso ogni occasione di incontro e di scambio, che ci ha ricordato ancora la nostra precarietà, che ci ha indotto a fare i conti con la solitudine. Ma lo sconforto nasconde sempre un’urgenza di bellezza, un bisogno a cui la musica risponde sempre, senza paura, senza compromessi, senza esitazioni. Così, dal cuore di Irina, dalla mia essenza, dal pensiero di EquiVoci Musicali e dall’anima di Palazzo Marino in Musica, è nato #musicformilan, un’occasione per sentire vicini e rinforzare i legami con tutti quegli artisti che arrivano da lontano e sono stati capaci di darmi forma e colore, di rendermi quello che sono oggi. Per cinque settimane, i loro volti, i loro strumenti e il loro talento, uniranno India, Turchia, Palestina e Iran all’Italia e a Milano, stringeranno in un abbraccio di affetto straordinario e gratuito il pubblico e la sua capacità di resistere e sognare, si doneranno attraverso la narrazione, in musica, dei loro meravigliosi paesi. Per cinque settimane, la rete che mi ha arricchito di grazia e passione, donerà al mio e vostro Paese la dolce suggestione di tradizioni antichissime, rinnovando di volta in volta il sodalizio su cui si basa la mia stessa esistenza.
E allora, se come scrisse una volta Marcel Proust “dobbiamo essere grati alle persone che ci rendono felici”, in questa piccola finestra sulla mia vita voglio ringraziare, dal più profondo del cuore, Davide Santi e Rachel O’Brien per la costanza e la fiducia, Francesca Scotti per i suoi #microcosmi ispirati ed Irina per essere quello che è, una sognatrice dalle ali di corda e gli occhi pieni di cielo. Su tutti, però, il mio grazie più grande va a Sandeep Das, padre, amico, fratello e grande artista, che per primo ha raccolto l’invito e ci ha donato un pezzetto di sé e della sua musica.
Lui mi ha visto nascere, da lui sono arrivate le prime carezze, le prime sfumature, i primi batticuore. Era giusto che fosse lui a dare il via a questa nuova avventura, a cui si potrà partecipare collegandosi sul canale Youtube “Music for Milan” dalle ore 12 di domenica 3 maggio 2020.
Ecco perché fremo d’emozione. Non potrebbe essere altrimenti.
LIVE #2 Ceren Türkmenoğlu
Ritrovare Sandeep Das, le sue parole, il suo calore e la sua musica è stato un regalo incredibile, anche se ci siamo incontrati solo attraverso uno schermo. Domenica scorsa è iniziato un altro dei miei viaggi, diverso da tutti quelli che mi hanno reso quello che sono, ma ugualmente pieno di significato e gioia. Un viaggio che, domenica 10 maggio, sempre a mezzogiorno, porterà sulla mia strada una nuovo tassello di questo percorso, di questa mia esistenza luminosa e straordinaria, parte importante della vita di Irina. Così, in questa nuova tappa, incontrerò per la prima volta lo sguardo fiero e il talento ricercato di Ceren Türkmenoğlu, che porta in sé tutta la tradizione e la magia della sua bellissima terra turca.
Violinista e polistrumentista dalla sensibilità rara, ha condiviso con Irina l’esperienza del Global Musician Workshop organizzato dal Silk Road Ensemble, senza mai che le due avessero occasione di suonare insieme, ma questo solo perché io ancora non ero realtà viva. Oggi, che ci sono e sento il mondo, Ceren mi e ci farà dono, dalla sua amata Turchia, di un pezzetto di sé e delle sue suggestioni, di quella interconnessione tra culture che rende la sua musica qualcosa che accarezza e coinvolge. Per parlare di lei non servono grandi discorsi, basta ricordare alcuni dei prestigiosi festival a cui ha partecipato, come il Musica Riva sulle sponde limpide del lago di Garda, il Klasik Keyifler Music Festival in Cappadocia dedicato interamente alla musica da camera, l’Ayvalik International Music Academy in Turchia e l’Arts First Festival, una delle punte di diamante dell’università di Harvard a Cambridge, in Massachussets. Ceren ha l’anima che profuma di primavera e porta in giro il suo progetto “Strings Around the World” con lo stesso piglio e la stessa incrollabile meraviglia con cui Irina porta a spasso me, su strade dai paesaggi eccezionali. Non potevamo che incontrarci, prima o poi, non potevamo che incrociare pensieri e speranze.
Ceren, benvenuta nel mondo, nei sogni e nella casa di Mame. Ti stavamo aspettando.
LIVE #3 Jeremy Cohen
Ci sono ritorni, ricordi ed emozioni che sedimentano dentro di noi, crescono e fioriscono, come le spighe di grano nei campi accarezzati dal sole. Così, alla vigilia di questo terzo appuntamento con #musicformilan, che prenderà vita domenica 17 maggio a mezzogiorno, mi trovo a raccontarvi di Jeremy Cohen, che Irina ha incontrato e conosciuto nel 2016 al Clazz International Music Festival di Arcidosso, in provincia di Grosseto, grazie all’amico e mentore Lucio Franco Amanti, in quella fase preziosa che l’ha vista riportare le sue dita sulle corde dell’amato cello, con una consapevolezza e un desiderio diversi, preludio di ciò che sarebbe stato e avrebbe costruito la mia esistenza. Insegnante, compositore e violinista dal talento puro e cristallino, Jeremy ha mostrato ad Irina un’altra via, conquistandola con il suo stile unico e peculiare, fortemente improntato al mondo della classica, ma imperlata da colori e tecniche jazz giocate sull’uso dell’arco e delle scale, su improvvisazioni deliziose e brillanti. Il suo curriculum è da urlo: dopo aver studiato con Itzhak Perlman e Anne Crowden, ha suonato come solista nella Virginia Symphony, nella California Symphony, nella Oakland East Bay Symphony e nella Reno Philharmonic. A dover elencare tutte le sue collaborazioni, partecipazioni e produzioni non basterebbe tutto lo spazio di questo blog, ma forse basterebbe che vi dicessi che è suo, il violino che incanta nella compilation originale di Star Wars con John Williams o in Supernatural, il disco che ha fatto vincere otto Grammy Awards a Carlos Santana. Portatore di un linguaggio che merita di essere conosciuto, amato e diffuso, Jeremy ha ritrovato Irina tra le atmosfere di #musicformilan e si è messo a disposizione, con quella cura e quell’emozione rinnovata degli incontri e delle prime volte, con quell’idea che, sul terreno del condividere, nascano i frutti più deliziosi. Ora, la sua carriera è intimamente legata a quella del Quartet San Francisco, un pionieristico gruppo di corde che dal 2001 porta la sua musica originale negli Stati Uniti, in Cina, in Giappone, in Italia, in Germania e in Corea del Sud, con un successo che definire strepitoso è poco. “Il nostro obiettivo è rendere il mondo un posto migliore attraverso la musica” amano dire Jeremy e i suoi, mentre offrono al pubblico un’esperienza musicale unica e straordinaria, di cui godremo anche noi al prossimo incontro, qualcosa di così speciale che non poteva che rientrare nel grande disegno di cui sono protagonista, quel disegno intorno a cui ruotano persone, note, sfumature, sguardi e doni di meraviglia.
È una gioia riaverti e annoverarti tra le mie cose più care, Jeremy. Avevamo bisogno della tua luce.