Ogni viaggio inizia con una necessità. Necessità di vedere, osservare, incontrare, conoscere. Necessità di tornare diversi da come si era quando si è partiti. Spesso non importa il modo in cui si viaggia, il luogo in cui si va, il tempo che si impiega. Spesso non importa neppure la meta, perché, una volta arrivati, la necessità del viaggio fa ancora capolino tra i pensieri, si fa strada in ogni respiro, spinge a ripartire, a ricominciare, a progettare un altro percorso. Per questo, il viaggio non si può mai dire finito del tutto, ma solo giunto ad una delle sue tante tappe, da dove può riprendere fiato, recuperare le forze, riflettere su ogni pezzo conquistato, su ogni passo compiuto e su tutti quelli che verranno.
Quest’anno, terribile, sospeso, incerto e singolare, ha fermato i nostri passi. Non abbiamo sentito il calore della terra e il profumo di interezza dei paesaggi e dei colori. Non abbiamo stretto mani, abbracciato visi, assaggiato il tempo con tutti i sensi. Il mondo che amiamo osservato a distanza, dalle fessure degli schermi, dallo spazio lasciato libero agli occhi. Eppure, io e Irina abbiamo viaggiato, in preda ad una fame insaziabile di Bellezza.
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La primavera di MusicforMilan ci ha visti partire dalle splendide sale di Palazzo Marino come co-organizzatori della IX Stagione di Palazzo Marino in Musica “De Naturae Sonis” alla volta dell’India di Sandeep Das, della Turchia di Ceren Türkmenoğlu, della California del Quartet San Francisco, del Canada di Chloe Charles e della Germania di Robert Hermann.
Poi, l’estate si è fatta preziosa grazie ad Italian Soundtracks, Un Patrimonio di Suoni, attraverso il quale abbiamo respirato l’aria della nostra amata Penisola, dal Lazio con le percussioni di Andrea Piccioni alla Basilicata con il contrabbasso di Pippi Dimonte, dalla Calabria con la voce di Davide Ambrogio alla Sicilia con il sax e l’elettronica di Pierfrancesco Mucari, senza dimenticare la nostra gratitudine nei confronti di Davide Santi, Rachel O’Brian, Emanuela Tagliavia, Andrea Rum, Francesco Vitali, Antonio Maggio, Silvia Re e Giada Negri, sognatori e compagni rari e insostituibili.
L’autunno ha portato con sé United Sounds in the Dark – Pink Rope, con i suoi suggestivi dialoghi al buio tra l’Italia di Irina, quella di Marta Colombo e gli Stati Uniti di Celia Woodsmith, ma ci ha donato anche il Mediterraneo di Raoul Moretti, il Medio Oriente di Kayan Kahlor, di nuovo l’India di Sandeep Das e la Cina di Wu Tong, che hanno accompagnato i racconti Lungo la Via della Seta di Reflex, sotto la guida benevola e preziosa di Stefano Cotone.
L’inverno, infine, ci ha donato la possibilità di cambiare asse e prospettiva, viaggiando nel fluire morbido del tempo, in occasione del 150esimo anniversario della morte di Charles Dickens, facendo nostre le parole del suo Canto di Natale, lette con sapienza e amore da Christian Poggioni e interpretate in assolo dalla grazia di Emanuela Tagliavia.
Incontri di luce, i nostri, resi ancora più splendenti da un’anima gigante e infinita, quella di Francesca Scotti, alla quale abbiamo attinto a piene mani e cuore aperto.
Abbiamo attraversato le stagioni di un anno che di certo non dimenticheremo ed oggi, alla vigilia di quello nuovo, vogliamo godere della pienezza fin qui raccolta, lasciare che tutto questo stupore ci attraversi, raccogliere nuove energie per tornare, quando sarà possibile, a contare i nostri passi sulle strade del mondo, a sentirne la fatica nelle ossa, a incontrare e conoscere altri visi, altre mani, altri occhi. Il viaggio, ora, diventa attesa e respiro, sollievo e riposo. In attesa.
Siateci, quando ripartiremo.
Vivremo ancora avventure straordinarie.
Con immensa gratitudine,
Irina & Mame